Formedil ha di recente intervistato l’ing. Giulia Sergiacomo, professionista che opera da più di 15 anni nel settore delle costruzioni. Il team di Icaro aveva avuto il piacere di conoscere l’ing. Sergiacomo durante un webinar del progetto Erasmus+ Women can build.

Qual è la sua formazione accademica e/o professionale? E quanti anni di esperienza lavorativa/di studio?
Ho una laurea in Ingegneria per l’Ambiente e Territorio e ho lavorato per 17 anni nel settore delle costruzioni, all’interno della Di Vincenzo Dino & C Spa, una impesa generale che opera su tutto il territorio nazionale: i primi 7 anni sui cantieri della Divisione Geotecnica e durante i successivi 10, come Responsabile del Sistema di Gestione per le aree Sicurezza, Ambiente, Qualità e Responsabilità Sociale.
Dal Giugno 2020, opero nella Direzione del Personale di Igefi, il gruppo imprenditoriale di riferimento della Di Vincenzo e della Ceit Spa, una società leader nel settore delle telecomunicazioni, degli impianti e dell’energia.
Tutto il mondo imprenditoriale è consapevole che il futuro si presenta estremamente complesso anche per via di un contesto globale in costante e rapida evoluzione: il Gruppo Igefi ha scelto di rispondere a questa sfida e di investire su un progetto di Organizzazione, Formazione e Sviluppo sul capitale umano, perché crede fermamente che a fare la differenza saranno le persone. Questo è il progetto su cui oggi sto lavorando.

Perché ha scelto di studiare materie legate al settore delle costruzioni?
Ho scelto gli studi ingegneristici essenzialmente per due motivi. Il primo era il desiderio di coltivare la mia naturale propensione per le materie scientifiche; il secondo la volontà di scegliere una facoltà in grado di aprire orizzonti occupazionali concreti. Ancora oggi, del resto, c’è una grossa richiesta di ingegneri disponibili a mettersi in gioco nel mondo del lavoro.

Secondo lei il percorso di carriera nell’edilizia è diverso per uomini e donne? se sì, perché?
Certamente sì. I motivi sono tanti. In primo luogo si tratta indiscutibilmente di un settore storicamente maschile, anche perché il lavoro pesante delle maestranze è di fatto poco adatto al genere femminile. A ciò si aggiungono motivazioni di carattere culturale e sociale. Tuttavia osservo oggi una situazione molto evoluta rispetto al passato: la porzione di donne operanti sia nei cantieri che negli uffici tecnici è considerevolmente aumentata. Continua ad esserci una fortissima egemonia maschile nelle posizioni dirigenziali e di vertice, ma questa condizione è anche frutto di una processo di emancipazione culturale ancora troppo giovane.

Ci sono profili professionali più adatti agli uomini e/o alle donne?
Posta così la domanda, la risposta è affermativa ed è scontata. Ma colgo l’occasione per un proporre un ragionamento diverso: una stessa posizione professionale è interpretata in modo diverso da uomini e donne. E questo è il motivo per cui una sano assortimento, all’interno del team, è un elemento di forza e di equilibrio per i processi lavorativi.

Pensa che i media (o la società in generale) abbiano una sorta di influenza nella scelta del percorso professionale?
Certo. Fatte le dovute eccezioni, nella scelta dei percorsi professionali, il contesto in cui un giovane cresce gioca un ruolo fondamentale. I mezzi di informazione – ma oggi direi anche di semplice divulgazione di massa – hanno un ruolo e una responsabilità enormi. Promuovere e premiare la competenza, l’impegno e la serietà, educare al rispetto reciproco, al lavoro di squadra e al raggiungimento di obiettivi condivisi, coltivare la crescita dell’autonomia di pensiero e della coerenza rispetto ai propri principi: da queste premesse si può partire per costruire un futuro sostenibile e anche un paese competitivo.

Ha sperimentato episodi di discriminazione basati sul sesso, età o altre ragioni? Se no altre colleghe?
Ovviamente sì. Le discriminazioni sono il frutto di limiti culturali ma anche di timore da parte di chi si sente minacciato nel proprio ruolo. A volte è necessario ribellarsi, a volte è più utile lasciar correre… gli ostacoli fanno parte del gioco.